giovedì 12 maggio 2011

"Emozioni Primarie": due sociologi raccontano il teatrino napoletano (in "Articolo21", di S. Iachetta)

Qual è stato il vero esito delle primarie napoletane? Se sul vincitore aleggia l’incertezza, sul perdente ci sono pochissimi dubbi: il PD ne esce distrutto. Prima non riconosce il vincitore di quelle primarie (l’europarlamentare Andrea Cozzolino, accusato di vari brogli elettorali), preferendo ripiegare su un candidato ex novo come l’ex-prefetto Mario Morcone per le amministrative di maggio, poi fa il possibile per far precipitare nel dimenticatoio i cinque mesi di campagna elettorale che hanno caratterizzato il tourbillon primarie. 
Ma qualcuno, che ha partecipato da protagonista in quell’avventura, ha pensato bene di prendere appunti, stilare analisi, procedere alla riflessione per raccontarci quanto accaduto. Lucio Iaccarino e Massimo Cerulo, curatori della campagna elettorale di Nicola Oddati (uno dei candidati Sindaco del PD alle primarie), hanno messo su carta tutto quello che hanno visto, ascoltato e registrato nel corso di cinque lunghissimi mesi. Il libro che racchiude le loro memorie – “Emozioni primarie”, edito da Guida e in tutte le librerie dal 9 maggio - è una testimonianza “dal di dentro” del caos che ha caratterizzato quella che doveva essere una delle più importanti manifestazioni democratiche e partecipative del centrosinistra. E che si è rivelata invece “come un pasticciaccio postmoderno, che ha significato l’epitaffio per il PD locale”. In punta di penna i due autori ci conducono per mano nei vicoli di Napoli, ci fanno entrare nel backstage della campagna elettorale, ci consentono di prendere posto nelle diverse riunioni private dei candidati, ci svelano intrighi, dinamiche locali e nazionali che caratterizzano un campo politico che appare sempre più marcio e lontano anni luce dalla società civile. Inoltre, Iaccarino e Cerulo hanno la grazia di descrivere nei dettagli personaggi ben noti al pubblico nazionale: da Bassolino (che continua a essere rex et magister della città del Golfo) alla Iervolino, da De Magistris a Ranieri, fino ai vari dirigenti locali del PD e ai ras di quartieri che si configurano come veri e propri detentori di potere elettorale. 
Il libro, che ripercorre da agosto a gennaio le varie fasi della campagna elettorale di colui che è stato artefice e vittima di queste primarie, Nicola Oddati (assessore alla cultura del comune di Napoli e presidente della Fondazione Forum Universale delle Culture Napoli 2013), è un racconto emozionale della vita quotidiana di tutti coloro che hanno partecipato all’avventura. Emerge con chiarezza il conflitto che rappresenta una delle cause principali dell’autoreferenzialità che caratterizza il politico di professione: quello tra l’ufficio “politico” (composto da membri dell’assessorato diretto da Oddati) e l’ufficio “tecnico” (quello formato da soggetti della società civile e dell’agenzia di comunicazione che curava la campagna elettorale). Inoltre, sono sintomatiche alcune descrizioni di incontri e manifestazioni pubblici in cui è evidente la forza detenuta dalla camorra nel territorio napoletano, nonché l’assoluta e decisamente preoccupante impotenza espressa da politici e amministratori locali (“è la camorra che ci dà da mangiare!”). Gli autori raccontano quanto visto e ascoltato senza peli sulla lingua, ma con serietà e lucidità, senza rinunciare a pennellate poetiche.
Uno dei pregi rilevanti del libro è di essere costruito attraverso diverse tecniche documentative: diario etnografico, rilevazioni statistiche e analisi documentale. Siamo di fronte a un saggio scientifico che racconta la realtà ma privo di quella “pesantezza” che caratterizza spesso i lavori accademici. La lettura è agile, immediata, condita da metafore e ironia che permettono una descrizione puntuale e intensa dei personaggi e dei luoghi protagonisti di questa lunghissima campagna elettorale. 
Una testimonianza che permette al cittadino di entrare nel retroscena della politica di professione, di squarciare quel velo di finzione e coreografia costruita appositamente dagli uffici di staff al fine di far apparire il politico nel miglior modo possibile. Scorrendo le pagine, veniamo catapultati nel delirio della città del Golfo, tra crisi di rifiuti mai risolte e consulenze gonfiate, poteri locali inestirpabili e scontri fratricidi all’interno del partito, voglia reale di partecipazione da parte dei cittadini e chiusura ermetica del campo politico, fino a raggiungere il culmine nelle ultime pagine del libro. In queste, emergono i traffici e i raggiri dei politici locali e nazionali del PD, decisamente sordi alle richieste della società civile. Lì, in quelle ultime pagine di un libro diretto e improvviso come un pugno in faccia, abbiamo la parvenza che la legalità in campagna elettorale sia una perfetta sconosciuta. E che una delle leggi fondamentali dell’attuale centrosinistra italiano sia che “a comandare non è chi propone soluzioni ma chi le blocca, chi può esprimere potere di veto”.

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